Nonostante l’emergenza Covid, il mercato francese è in ripresa. Ecco i miei 8 consigli per investire in Francia in modo sensato.
L’emergenza Covid 19 pare non abbia fermato l’amore per la Francia, che continua a essere una delle mete preferite di chi vuole comprare una seconda casa, per fare un investimento, oppure per godersela con la famiglia durante le vacanze. I dati parlano di un mercato immobiliare francese in ripresa: nel primo semestre del 2020 a Parigi il prezzo al metro quadro è salito del 7,4% e dall’11 maggio in poi, gli agenti immobiliari e i siti di annunci hanno registrato un boom di richieste, come racconta questo articolo di Italia Oggi.

Tuttavia, per comprare casa in Francia (e fare un buon investimento) bisogna seguire alcune regole.
Nella mia esperienza, come imprenditore e consulente, ho visto spesso molti compratori, spinti dal troppo entusiasmo, commettere errori di cui poi si sono pentiti. Anche pensando a loro, ho elaborato questa lista di otto consigli per chi vuole investire in immobili in Francia.
1. Mai dare assegni a venditori
Se un venditore ti chiede un assegno deve attivarsi in te un campanello d’allarme: potrebbe trattarsi di una truffa. In Francia tutte le operazioni di compravendita avvengono con dei passaggi in agenzia e dal notaio. Non cadere in questa trappola.
2. Definisci bene i tuoi obiettivi
Questa è una regola generale, che vale per gli investimenti in Francia come altrove. Prima di scegliere un appartamento, devi avere bene in mente quali sono i tuoi obiettivi. Vuoi ristrutturarlo per valorizzarlo e rivenderlo? Vuoi acquistare invece un appartamento per metterlo a reddito e avere una rendita? Dalla risposta a queste domande, avrai più chiarezza sulla tipologia di immobile che cerchi e qual è la località migliore per raggiungere i tuoi traguardi.
3. La leva finanziaria funziona meglio che altrove
La leva finanziaria è uno strumento fondamentale nell’immobiliare, come nel trading in genere, perché ti consente di fare investimenti di una certa quantità di denaro, anche se non sei in possesso dell’intera somma sul tuo conto (ti consiglio un articolo di Money.it se vuoi avere dettagli su questo strumento). In Francia, questo strumento è più agevole e interessante che altrove, ma avrai, tuttavia, bisogno di un consulente che ti aiuti a capire come muoverti nel sistema.
4. Fiscalità vantaggiosa (se la conosci)
La fiscalità può essere molto conveniente. Per esempio, per quanto riguarda i redditi per gli affitti, le agevolazioni sono tante e le tasse da pagare relativamente basse. Tuttavia, devi conoscere vari dispositivi, come Lmnp, o una corretta applicazione delle convenzioni franco-italiane o internazionali. Senza una buona conoscenza di questi strumenti, rischi di pagare troppo rispetto al tuo investimento.

5. Attento alla manutenzione
I lavori di manutenzione possono essere un punto debole, specialmente a Parigi, con ritardi e sovrapprezzi. Per evitare di pagare troppo, fatti aiutare da un consulente nella ricerca di un buon partner, un’azienda edilizia che è disposta a fare un passo in più per venire incontro alle esigenze di un “non residente”.
6. L’operazione non si conclude con l’acquisto
Un altro errore che ho visto fare da molti compratori “in erba” è di avere acquistato un appartamento pensando di aver risolto i loro problemi. Al contrario, per avere una casa all’estero e “stare senza pensieri” bisogna farsi aiutare da professionisti nella gestione dell’appartamento per ottimizzare al massimo l’investimento.
7. I metri diversi tra Italia e Francia
Ci sono poi alcuni dettagli che sfuggono agli investitori che si approcciano per la prima volta al mercato francese. Per esempio, la metratura. In Italia, si considerano i perimetri dell’immobile, mentre in Francia la metratura include lo spazio realmente utilizzabile dall’acquirente. Per esempio, 25 metri quadri francesi corrispondono in genere ai 30 italiani.
8. Successioni e donazioni
Le tasse francesi possono essere molto impattanti sulla successione. Se già avete un immobile informatevi bene per lasciare ai vostri cari un’eredità e non un’incombenza.
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