Ecco perché comprare casa a Parigi è sempre un buon investimento, a dispetto dall’emergenza Covid 19. Perché investire, i vantaggi e chi dovrebbe farlo.
Resilienza in natura si riferisce alla capacità di alcuni materiali di assorbire un urto senza rompersi. Resiliente può essere anche un mercato immobiliare, come quello di Parigi che, malgrado l’emergenza Covid 19, dimostra di reggere l’impatto. Basta guardare alle crisi precedenti, confrontando l’andamento dei valori immobiliari a Parigi, e in generale in Francia, con quelli italiani nel 2010 e nel 2013.
Tornando alla crisi legata alla pandemia, secondo i dati di Echos nel secondo trimestre del 2020, 6000 appartamenti nuovi sono stati acquistati nell’Ile De France, e i prezzi delle case a Parigi hanno registrato nel 2020 un +4,1%.
Questo tuttavia non significa che il mercato immobiliare parigino non abbia conosciuto la crisi: il calo delle vendite è del 25% rispetto al primo trimestre del 2020. Tuttavia, la città dimostra di aver resistito molto bene alla pandemia e di rappresentare per gli investitori nel mattone una meta sicura, pur in tempi difficili.
In questo articolo, ti racconto i motivi per cui dovresti investire nella “città dell’amore”.
Perché comprare casa a Parigi
A Parigi mi sono trasferito giovanissimo e ho iniziato lavorando nel turismo. Poi con la crisi del 2001, a seguito del crollo delle Torri Gemelle, ho iniziato a studiare il settore immobiliare, iniziando con i primi investimenti proprio nella città francese. Ho sempre visto Parigi come un mercato ricco di potenzialità che nel tempo ha saputo mantenere alti standard e soddisfare le aspettative degli investitori, anche più esigenti.
Se la città ci riesce, lo deve ad alcune sue caratteristiche intrinseche che ti riassumo in questa lista.
Parigi è la città del turismo: di sicuro, la città ha pagato, come tutti, lo scotto della Pandemia. Resta in ogni caso seconda nella classifica delle città più visitate al mondo nel 2019 (dati Global Destination Cities Index) con oltre 19 milioni di arrivi.
A Parigi i prezzi crescono in modo vertiginoso: per capire quanto sono saliti i prezzi delle case a Parigi, basta fare un confronto: se nel 2020 i prezzi erano sui 2.700 euro a mq, oggi siamo intorno ai 10mila euro, una crescita del 248%.
A Parigi il mercato è liquido: considerando sempre il 2019, come anno di riferimento, il numero di transazioni a Parigi è cresciuto del 16% rispetto al 2018 (fonte Barnes).
In questo video girato qualche tempo fa, ma ancora valido, ti racconto qualche dettaglio in più sul mercato parigino:
Il profilo dell’investitore immobiliare a Parigi
Ma che tipologia di investitore compra casa a Parigi? Nella mia carriera ho conosciuto tante persone che hanno comprato casa o messo a reddito i loro appartamenti, attraverso una delle società del network International Home. Questo mi ha permesso di avere tante info per tracciare dei profili di potenziali investitori. Leggili e dimmi se rientri in una di queste categorie:
- Chi lo fa per sé. In questa categoria rientra chi compra per missioni di lavoro o expat che hanno abitato in passato a Parigi. O ancora chi vuole un appartamento per piacere o come appoggio per i figli che desiderano completare gli studi o trovare lavoro nella capitale francese;
- Investitori puri. Sono coloro che vogliono investire i loro risparmi sul mercato parigino, vista la sua solidità e liquidità;
- Altri compratori ibridi. Rientrano in questa categoria le persone che vogliono sia investire per proteggere i loro soldi e guadagnare negli anni e, allo stesso tempo, desiderano una casa da usare per vacanze o altro. I figli magari ci andranno a studiare o l’investitore ci trascorrerà la pensione, ma nel frattempo il valore cresce e il mio capitale è protetto ma liquido.
Fiscalità e tasse per chi investe a Parigi
Veniamo alle note dolenti, quelle che spaventano di più gli investitori (leggasi tasse). In generale, sono quattro le tasse generali che deve pagare in Francia chi possiede un immobile:
- La tax fonciére (immaginala come la nostra IMU);
- La tax d’habitation (ovvero la tassa di soggiorno per i brevi termini o l’ICI);
- L’impôt sur la fortune immobilière (che paga, tuttavia, solo chi possiede immobili che superano il valore di un milione e trecentomila euro).
- E infine Ivie, che sarebbe l’imposta italiana pagata da chi ha immobili all’estero.
A queste vanno aggiunte le tasse sui redditi per gli affitti (se il tuo campo è la messa a reddito). Non sono alte e se conosci bene la tassazione e le convenzioni franco italiane puoi cavartela pagando veramente poco su questo tipo di tassazione, in maniera lecita.
Il rischio più alto che corri (e ti consiglio di fare bene attenzione) è legato alla tassazioni sulla compravendita e sulla successione. La plusvalenza, per esempio, per un italiano non residente in Francia (fino a 22/30 anni) raggiunge il 19% più i contributi. Mentre le successioni sono pericolose e possono essere molto impattanti, se non cercate il consiglio di un bravo consulente fiscale.
I quartieri dove investire
Se pensi di mettere a reddito il tuo investimento ci sono alcuni quartieri che possono rendere più di altri. Oggi, con la crisi degli affitti brevi, potrai puntare sul medio periodo, che funziona specie puntando a un target alto di businessman che si trovano nella capitale per missioni di lavoro, oppure a un target di studenti più “ricchi” che sono quelli impegnati in un MBA.
I quartieri su cui puntare sono diversi in base al tuo profilo di investimento: potrebbero essere quelli storici, come Saint – Germain-des-Prés, che era quartiere intellettuale e degli artisti anni fa e che ora è elegante e borghese ma senza eccessi, o a quelli della movida (come Belleville, Bastille o Grands boulevards) o ancora, potresti puntare sul lusso più smodato come il triangolo d’oro.
Poi ancora Place de la République e Montorgueil, che sono di tendenza fra i giovani, con un’area pedonale ricca di ristoranti, bistrot e bar. Senza dimenticare infine le opportunità che accompagnano la realizzazione del progetto Grand Paris Express, con la costruzione di 4 linee della metropolitana che avvicinano la periferia al centro e che renderà molto redditizio investire anche in comuni più lontani dal centro: se sei un investitore che bada più ai numeri in questi ultimi troverai buone opportunità da cogliere e noi ti possiamo aiutare a smussare difficoltà dell’acquisto e dell’operatività per un non-residente. In base al tuo profilo sceglieremo insieme l’investimento più idoneo.
Stai pensando di comprare un appartamento a Parigi e hai bisogno di un aiuto? Scrivimi su info@fabianotesta.com oppure contattami via social media.
Da chi farsi aiutare: agenzia o consulente?
Qui, come immagini, non posso essere molto obiettivo. Tuttavia, c’è una differenza di approccio tra un’agenzia immobiliare tradizionale e un consulente. La prima ha come scopo quella di vendere più facilmente gli appartamenti che possiede e in genere, data la velocità con cui avvengono le transazioni, è portata a fare più gli interessi del venditore che quelli del compratore. O comunque punta a farvi comprare o vendere per generare commissioni, anche se il timing o il prodotto non è quello giusto.
Un consulente che accompagna gli investitori nel tempo, invece, lavora in modo diverso. Il suo obiettivo è allineato con quello dei suoi clienti o co-investitiori, sa essere di supporto al compratore, facilitando l’investimento e la sua gestione nel tempo, utilizza gli strumenti giusti per ottimizzare gli attivi dei propri clienti nel modo migliore: i suoi consigli e risultati si possono vedere nel lungo periodo. Per riuscirci, quando bravo e onesto, il consulente deve identificarsi con il suo cliente e i suoi bisogni. Un bravo consulente consiglia al cliente di comprare e vendere solo nei momenti più propizi e non pensa esclusivamente ad accrescere i propri guadagni.
Questo non vuol dire, ovviamente, che di problemi non ce ne saranno mai, come è evidente in periodi come quello che stiamo vivendo. Ma il supporto di una squadra di consulenti è vantaggioso, perché hai al tuo fianco dei professionisti sempre sul pezzo, capaci di trovare le soluzioni più adatte con la flessibilità necessaria per ridurre anche le scosse del mercato.
Prendi International Home. Durante il Covid per esempio, è stata sì dura, ma la maggior parte dei nostri appartamenti sono rimasti occupati, con performance di riempimento e risultato migliori di più del 20% in confronto alle medie. La stabilità e resilienza della destinazione, la maturità del mercato, nonché del quadro legislativo, con una morosità enormemente inferiore confronto ai mercati nostrani, hanno fatto il resto.
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